Lo scandalo del 2006: doping e scommesse

Nel 2006 scoppia lo scandalo Calciopoli e le squadre sottoposte a sanzione sono quattro: Juventus, Milan, Lazio, Fiorentina, Reggina e Arezzo. Inoltre, la bufera colpisce arbitri, assistenti, organi federali e agenzie di procuratori.

La Juve fu la squadra che rimediò le sanzioni più alte poiché colpevole dei reati più gravi, tra tutti spicca quello di “illecito sportivo”. Alla Juventus venne revocato lo scudetto vinto nella stagione precedente, quella del 2004-2005, e non le fu assegnato il titolo di campione d’Italia neanche della stagione in corso, poiché venne catapultata d’ufficio all’estremo opposto della classifica. Quindi venne retrocessa in Serie B con una penalizzazione di 9 punti, cosa che peraltro non le impedì di finire il campionato prima in classifica e tornare di diritto in Serie A dopo una sola stagione.

Quando si parla di Calciopoli si fa riferimento anche a un altro filone di indagini strettamente collegato al primo ma portato avanti dalla procura di Udine. Si tratta della scoperta di un grande mondo legato alle scommesse sportive illecite, in cui vennero accusati anche diversi giocatori di calcio, tra cui molti ancora una volta della Juventus, come Gianluigi Buffon e Fabio Cannavaro. In realtà queste indagini non portarono a grandi arresti o sanzioni, ma furono propedeutiche per la pioggia di provvedimenti di custodia cautelare che si abbatté sul mondo del calcio pochi anni dopo. Nel 2011, infatti, ci furono altri processi derivanti da una serie di indagini inquadrate nell’ambito di quello che verrà definito lo scandalo Calcioscommesse, in cui vennero indagati e sanzionati nomi di spicco del calcio italiano come Cristiano Doni, Stefano Bettarini e Giuseppe Signori.

Questi fatti risalgono a circa sette anni dopo a un altro scandalo, poi in realtà giudicato come fatto non sussistente, che vide sempre la Juventus nel centro del ciclone. Si tratta di fatti di doping per cui vennero chiamati a testimoniare in tribunale diversi giocatori della Vecchia Signora. Lo scandalo scoppiò grazie alle dichiarazioni dell’allenatore Zednek Zeman il quale, quando non si riuscirono a trovare le prove durante i processi, venne per diversi anni estromesso dal mondo del calcio italiano. In realtà, pochi anni dopo si scoprì che con tutta probabilità il boemo aveva ragione e come conseguenza si arrivò alla bufera del 2006. Su Youtube ci sono i video degli interrogatori in aula ai giocatori della Juve, il cui atteggiamento nel rispondere alle domande è quantomeno sospetto, sebbene non costituisca una prova di alcun genere.

A causa di Calciopoli e in vista dei mondiali imminenti, l’opinione pubblica si spaccò in due tra chi riteneva obbligatorio per gli azzurri disfarsi dei nomi appartenenti alla Juve, tra cui anche Marcello Lippi, e chi invece riteneva giusto difenderli estraniandoli dall’operato losco della società, del quale loro sarebbero stati ignari. Vittime inconsapevoli. Quell’anno molti giocatori abbandonarono Torino, ma proprio quell’anno, per una qualche giustizia divina inafferrabile, l’Italia divenne campione del mondo. Vincendo il mondiale, molti fantasmi del nostro calcio vennero scacciati via in un colpo solo, come in un incantesimo ben riuscito. Di certo, nessuno ci avrebbe scommesso.