Qual è il futuro dell’Unione Europea dopo la Brexit?


Il 26 giugno 2016, la maggioranza dei cittadini del Regno Unito ha votato per far uscire il proprio paese dall’Unione Europea. Dopo un iniziale periodo di incertezza, accompagnato anche da un sottile panico soprattutto a livello economico e finanziario, oggi le cose sono più stabili e la strada verso l’uscita del Regno Unito dall’UE sembra meno in salita. Anche se si parla ancora per teorie, il futuro dell’UE senza la Gran Bretagna sembra più stabile.

Le tappe della Brexit

Dopo 46 anni all’interno prima della CEE e dell’EU poi, la Gran Bretagna ha invocato l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per avviare i negoziati per la sua uscita.

La data prevista per il completamento dell’iter è quella del 29 marzo 2019, quando il Regno Unito uscirà ufficialmente dall’UE. Vi era entrata nel 1973, quando ancora i paesi membri erano appena 9. Oggi siamo 27 e tante cose sono cambiate. Cambiamenti che hanno indotto gli inglesi a scegliere di lasciare un’istituzione che non li rappresenta più.

Cosa succede dopo la Brexit?

Ma cosa cambierà in concreto con la Brexit ancora è difficile dirlo con sicurezza. Da parte britannica, c’è grande ottimismo. Il Primo Ministro Theresa May è molto positiva. Secondo lei, il Regno Unito trarrà grande vantaggio dall’uscita dall’UE, risparmiando milioni di sterline che potranno essere investiti per questioni interne come la sanità o l’istruzione. Inoltre, afferma che il Governo si metterà subito in moto per stringere accordi commerciali bilaterali con tutti i paesi membri e che pertanto a livello commerciale ed economico la situazione si stabilizzerà in brevissimo tempo. Insomma, sembra che in fin dei conti non cambierà poi tanto. Sono un po’ più scettici i dirigenti dell’UE  che reputano difficile il mantenimento dei legami commerciali con il Regno Unito dopo la sua uscita dall’Unione. Secondo loro, l’abbandono dell’unione doganale e commerciale avrà grosse ripercussioni sull’economia, sia britannica che europea.

La sola cosa che è certa, fino ad ora, è che da quando la Gran Bretagna ha intrapreso la strada per uscire dall’UE, l’inflazione nel Regno di Sua Maestà è aumentata, la crescita del PIL ha rallentato rispetto agli altri paesi europei e la sterlina ha perso valore.

L’UE, dal canto suo, sembra aver assorbito il colpo per il momento. La strada, comunque, è ancora lunga, anche perché Theresa May ha firmato un accordo che prolunga l’attuale status del Regno Unito anche per tutto il 2020. Questo dovrebbe dare più tempo all’economia di aggiustarsi in maniera, per così dire, naturale e ridurre i disagi, da entrambe le parti. Poi, si aprirà forse un altro fronte: quello delle richieste di autonomia che arrivano da ogni parte dell’isola, dall’Irlanda del Nord alla Scozia, che hanno votato per restare nell’UE e che potrebbero vedere la Brexit come la goccia che fa traboccare il vaso di un Regno Unito che non è poi così tanto “unito”.